Mondovallan e le donne

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Le Bouquet

Que faites-vous là petite fille
avec ces fleurs fraîchement coupées ?

Que faites-vous là jeune fille
avec ces fleurs, ces fleurs séchées ?

Que faites-vous là jolie femme
avec ces fleurs qui se fanent ?

Que faites-vous là vieille femme
avec ces fleurs qui meurent ?

J’attends le vainqueur
Jacques Prévert…Wikipedia.it [1900,1977]

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omaggio a Jacques Prévert
poeta e filosofo surrealista

Le Bouquet
Tecnica : Acrilico su tavola intelata

misure : cm 30 x 25
luogo : collezione privata

A questi versi  mi sono ispirato per trasfigurare la concezione del tempo data da Prévert attraverso questa triste poesia.  L’anziana signora replica alle allegoriche domade poste dall’autore. Lo scorrere degli anni infatti  conduce alla conclusiva domanda la quale ha come perentoria risposta : ” – aspetto il vincitore!” Cioè la morte che è invulnerabile,    dunque invincibile. 
Il dipinto tratteggia nella parte superiore, quella più elevata, la spensieratezza  e la gioia insite nella gioventù. La varietà dei movimenti e dei colori vivaci degrada inesorabilmente  nel sangue e nella staticità della parte inferiore. Volutamente non ho dato espressione al nero della morte.

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Il mazzo di fiori

Che fai laggiù, bambina,
con quei fiori appena recisi?

Che fai laggiù, ragazza,
con quei fiori, fiori secchi?

Che fai laggiù, bella donna,
con quei fiori che appassiscono?

Che fai laggiù, vecchia,
con quei fiori che muoiono?

Aspetto il vincitore

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Terra Arida
Lingua che umetti
labbra arse,
miele!

Resta lì, incerto.
Cala il velo
Lo sguardo tuo.

Si perde il tocco.
Oh arida terra
che non germogli!

Tutto si perde.

E’ nuda la mano,
si ritrae.

omaggio a
Paola Pittalis
poetessa nella terra di Sardegna
brevi note biografiche puoi trovarle su:
Ilissoscrivere.infoiacobellieditore
Tecnica : mista su tela
misure : 30 x 30
luogo : collezione privata

 

 

INTERPRETAZIONE: In una forma ideale di Eucarestia, Paola condivide con tutte  le mamme del mondo il martirio del proprio figlio morente. Trasforma  i brutali effetti della malattia in una immagine di inequivocabile dolcezza. La saliva che umetta le aride labbra è rappresentata come “miele”. Nessuno può accettare l’inesorabilità della morte: soprattutto una mamma! Non v’è soggetto, quindi, che possa ammetterla fino a quando sopra l’ineluttabile non  scenda un velo risolutivo. Parliamo di una “soluzione di misericordia” atta, da una parte, a chiudere per sempre gli occhi del malato e, da altra parte,  volta ad incenerire le speranze di chi lo assiste. Il velo è concepito come un “sipario di misericordia” perché con esso si chiude uno  scenario fatto di sofferenze materiali e se ne apre uno, purtroppo, composto essenzialmente di valori spirituali . Ci si sposta, in altre parole,  dall’angoscia del presagio alla disperazione della certezza. Il dito di Dio (di michelangiolesca concezione) si allontana  dall’amato figlio quel tanto che basta ad attrarre il suo impulso vitale verso altri luoghi.
In una sorta di migrazione tra “placenta” e “terra”,  la madre, lanciando un monito pesante come una maledizione, riconsegna all’eterno il frutto del suo ventre. L’avvertimento consiste nell’informare la “terra” che il frutto non contiene più semi fecondi poiché la morte ha trainato tutto con sé…. nessun seme nella mano che ora è nuda … dunque nessuna semina e nessun conseguente  germoglio…   
In realtà in questa lirica, costruita su una logica matematica,  è presente un messaggio che supera l’angusto territorio del “nulla dopo il decesso” e proietta l’amore oltre ogni confine dell’immaginazione.
L’amore di una mamma, infatti, non ha mai fine. Nemmeno dopo la morte di quest’ultima.
Nella poesia sono nascostamente contenuti richiami al “compianto di Cristo morto” di Niccolò dell’Arpa (Bologna). A fortiori  il nostro punto di vista  incardina la poesia all’immagine della “Madonna misericordiosa di Piero della Francesca” .  Grazie a questa evocazione, presa a prestito dal laboratorio del grande pittore, si idealizza una Madonna che protegge  sotto il proprio manto consolativo tutte le mamme sofferenti . L’esperienza  vissuta la rende credibile agli occhi del mondo e la Terra, irrigata dalle sincere lacrime condivise, è  meno arida.
NOTA: L’autore della Poesia, dopo aver letto la nostra interpretazione, ha commentato come segue:
“La mia poesia viaggia su quella linea sottile tra incanto e disincanto, presenza e assenza, è un continuo vagare dell’anima alla ricerca di sè.
In ogni mio scritto c’è traccia del mio amato figlio, l’ho amato al di là di ogni misura come ogni madre ama il proprio figlio, sangue del suo sangue. Incondizionatamente, oltre ogni limite, oltre la morte.
La morte può separare fisicamente ma il legame dell’anima non potrà mai essere reciso. Il cordone ombelicale che unisce una madre al proprio figlio è indissolubile.
La mia è poesia emozionale, viene alla luce dal profondo dell’anima, dal mio vissuto.
E’ un continuo conflitto interiore, tra il qui e l’oltre. E’ quel dolore impregnato nell’anima, come un vestito incollato alla pelle.
Io non spiego mai le mie poesie perché voglio che chiunque legga i miei versi,  attraverso l’emozione trasmessa, dia la sua interpretazione che potrà anche discordare da ciò che io ho voluto dire.
Lei comunque ha analizzato bene i miei versi, la ringrazio moltissimo e potrà commentare quando vuole e come vuole, mi farà sempre piacere”PAOLA PITTALIS…
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Poesia
Da questa matita si diparte una strada di grafite
e sulla strada passeggia una lettera, come un cane,
ed ecco una parola come una città abitata
dove forse arriverò domani.
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omaggio a Nina Cassian
Tecnica :  mista su tela
misure :  cm 30 x 30
luogo : collezione privata
Nina Cassian, pseudonimo di Renée Annie Cassian Mătărasu nata a Galaţi in Romania nella regione della Moldavia il 27 novembre 1924; Morta in esilio volontario a New York 15 aprile 2014… wikipedia
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Nina, poetessa dalla personalità irrequieta e passionale, ha vissuto il suo tempo in una situazione sociale della quale non condivideva pienamente gli orientamenti politici. Perciò, guidata da una sorta di metamorfosi intellettuale, comprese che la sua creatività veniva stritolata da un ambiente in cui la formalità prevaleva sulla sostanzialità. Si parla dunque di un contesto in cui la “mente” si scopriva, giorno dopo giorno, prigioniera degli stereotipi di “regime” (per maggiori dettagli leggere culturaromena.it).
Ciò che mi ha colpito della Cassian è la forza delle  allegorie contenute nei suoi scritti.
Amore, passione, realismo, tuttavia non privo di speranza, sono soltanto alcuni dei sentimenti presenti.
Il concetto espresso nella presente poesia mi appare chiaro.
Forse sono banale ed ingenuo  ma io vedo nella traccia della  matita il progetto di un percorso fedele agli ideali della scrittrice (…come un cane). Nella traccia è contenuta la visione onirica di una meta a cui Nina vorrebbe finalmente  giungere per dare tregua ai propri tormenti.
Mi piace usare tale metafora per confessare che i miei lavori sono  ispirati  da un rapporto di teorica somiglianza.  Anch’io, infatti, per il tramite dei miei pennelli e delle mie tessere, avverto l’espressione di un conflitto psicologico relazionale  i cui esiti sono contenuti in un destino del quale nulla mi è dato sapere. A proposito del mio dipinto, dunque, è per tale motivo che si dovrebbero osservare i contorcimenti della traccia e le sue discontinuità. Sebbene io abbia delle aspettative, non so dove il cammino mi porterà… per giungere alla meta, se una meta esiste, il percorso è carico di difficoltà, ragionamenti, ripensamenti, errori, dubbi, esitazioni, comportamenti discutibili, arresti e ripartenze. Insomma la strada è riempita dalle tortuosità della vita… lavori in corso!
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