mosaici 01

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‘A na conta
J’ sin restâs
cu li’ peravali’
duti’ da dîsi.
‘A na conta,
ché a’ na si pàndin
il cret
o l’aga fonda.
E bel istés
a’ si dìsin.
Non Importa
Siamo rimasti
con le parole
tutte da dire. /
Non importa,
perché non si svelano
la roccia
o l’acqua profonda.
E tuttavia
dicono di sé.
Novella Cantarutti …Wikipedia [1920,2009]

omaggio a
Novella Cantarutti
poetessa friulana, autonomista e tuttavia profondamente italiana

Tecnica : Mosaico: Calcare e vetro
misure : cm 62 x 62
luogo : collezione privata

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Questa poesia, essenziale come essenziale era Novella, elogia il sintetismo delle cose.
Nei versi scorrevoli eppure incisivi, è contenuta la concezione della sostanzialità.
Ciò che conta nell’esistenza non è lo scorrere alluvionale delle parole bensì il fatto.
Nella poesia è affermata la supremazia dell’essere in riguardo al dover essere. L’eternità del primo comparato all’effimero del secondo.
Dunque, la linea scura verticale (che potrebbe essere orizzontale solo girando il mosaico) ha il compito di separare la corposità della materia dalla vacuità delle parole inutili. Sopra e sotto o di fianco “a na conta”! Alla libera interpretazione di  chi guarda è lasciato il compito di stabilire dove stia la massa e dove il vuoto…
 

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IL MOSAICO
Lungo il torrente
che vivace scorre
cantando inni
dalla sua sorgente,
va pensoso l’artista
ricercando sassi e pietre
per comporre il mosaico
già preciso e delineato:
nella sua fervida mente
è  come già realizzato.
Ogni tanto si ferma:
si abbassa e s’inchina
davanti ai tesori colorati
che l’acqua ora mostra
ora nasconde davanti
ai suoi occhi incantati.
Ne raccoglie alcuni, altri
li ritorna con una carezza
alla loro culla, al loro posto,
alla loro statica certezza.
Intorno a lui un’armonia
di suoni e di rumori :
sembra che la natura
sfoggi proprio per lui
i suoi più bei colori.
E’ una vera intesa
tra acqua, aria, terra,
minerali, vegetali, animali.
E con l’uomo
che cammina tutto solo,
pensando di dare vita
ai frammenti di pietra
e ai variegati sassi raccolti,
utili tessere per un’opera da creare:
un fiore unico da non dimenticare …
Titti Burigana                                              
Sacile, 17 novembre 2021

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Tecnica : Mosaico: …
misure : cm .. x ..
luogo : collezione privata

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La stupenda poesia che la poetessa Titti Burigana mi ha dedicato mi riempie d’orgoglio.
Quell’artista infatti sono io immerso in un mondo che non ha tempo. Mi abbandono nell’armonia della natura e nell’equilibrio delle cose che mi stanno intorno. Perdo la mia identità confondendomi tra i rumori familiari e tra quei colori naturali che non sono mai volgari.
Nelle pietre che trovo nel torrente è incardinata la storia dell’umanità… il calpestio dei cavalli, le guerre, le battaglie contro la siccità, lo sgretolamento della roccia, i terremoti… tutto!
Mi sembra di sentirle parlare. Alcune mi chiedono di portarle con me per dar loro nuova vita mentre altre sono stanche e chiedono di riposare.
Titti ha dipinto la sinergia tra le mie forze e quelle della natura come meglio non avrei potuto fare io stesso.
Se leggi attentamente la poesia scorgi un vago accenno ai versi di ispirazione Petrarchesca (…Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti…) e comprendi il carattere meditativo dei miei lavori…
Il mosaico che ha ispirato Titti vede due linee ideali che rappresentano l’iniziale sviluppo di un torrente che si espande attraverso un dedalo di ramificazioni. Queste ultime  nell’opera non sono presenti se non idealmente. L’espansione dell’opera infatti prosegue nella mente di chi la guarda…

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Cantico del Sole
Altissimu onnipotente bon Signore, Tue so le laude, la gloria e l’onore, et onne benedictione.
A  te solo, altissimo se konfano, et nullo homo e ne dignu te mentovare.
Laudato sie mi Signore, cum tucte le tue creature,
Spetialmente messer lo frate Sole, lo quale iorna et allumini noi per loi.
Et ellu è bellu, e radiante, cum grande splendore, de te altissimo porta significatione,
Laudato si mi Signore per sora Luna, e le stelle, in celu l’ai formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si mi Signore per frate vento, et per aere, et nubilo, et sereno et onne tempo per lo quale a le tue creature dai sustentamento.
Laudato si mi Signore per sora aqua, la quale è multo utile et humile, et  pretiosa et casta.
Laudato si mi Signore per frate focu, per lo quale en allumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robusto e forte.
Laudato si mi Signore per nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Laudato si mi Signore per quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmatate et tribolatione.
Beati quelli kel sosterranno in pace, ka da te Altissimo sirano incoronati.
Laudato si mi Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente pò skappare.
Guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali, beati quelli ke se trovarano le tue santissime voluntati, ka la morte secunda nol farra male.
Laudate et benedicete mi Signore, et rengratiate et serviateli cum grande humilitate.

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La rosa del deserto
(oggi cantico del sole)
omaggio a San Francesco

Tecnica : Mosaico
misure : diam. cm 43,5
luogo : collezione privata

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Libera (eppure semplice) interpretazione:
Altissimo Onnipotente bon Signore, intervieni prontamente affinché tutto ciò che hai creato sulla Terra – compresi il vento, l’aria, l’acqua, i frutti, i fiori  e l’erba – non siano annientati da una guerra nucleare.
Ferma i carnefici che, non tenendo in conto la materia,  sopprimono di morte violenta donne incinte, bambini, vecchi, infermi, femmine e maschi di ogni specie  e distruggono ogni cosa.
Ferma i carnefici che, non tenendo in conto lo spirito,   distruggono  aspettative, speranze, libertà e dignità del genere umano.
Laudato “per sempre” si mi Signore per tutte le cose belle che hai fatto e che, senza un Tuo intervento, non saranno più.
Laudato “a tempo” sarai mi Signore se non fermerai la ottusa criminalità di “pochi”. In forza di essa infatti non esisterà più sulla Terra un nobile pensiero  che possa dedicarTi una laude.

Chi vuol capire…
…dopo una guerra nucleare resterà soltanto un deserto dove la rosa, oggi  simbolo di vita grazie alla sua naturale tenacia e forza e resilienza, si tramuterà in frammenti immobili di pietra e cristallo quale simbolo di morte.

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